MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-01-23Milano, il pm De Pasquale chiude l'indagine sulla compravendita dei diritti tv Per il figlio del premier il reato ipotizzato è quello di frode fiscale Inchiesta Mediatrade-Rti Piersilvio indagato col padre Ghedini: "Pervicace volontà di processare il presidente del Consiglio alla vigilia delle elezioni" Inchiesta Mediatrade-Rti Piersilvio indagato col padre |
ST
DG Studio TecnicoDalessandro Giacomo 40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE |
Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..
Il Mio Pensiero:
AVVENIRE per l'articolo completo vai al sito internet http://www.avvenire.it2010-01-23 22 gennaio 2010 MILANO Diritti tv, chiusa l'inchiesta Mediatrade Indagati Berlusconi e il figlio Piersilvio Potrebbe essere l’ultima inchiesta a carico di Silvio Berlusconi, quella chiusa ufficialmente ieri dalla procura di Milano. Il pubblico ministero Fabio De Pasquale ha depositato l’atto di chiusura indagini del procedimento Mediatrade, "stralcio" nato dal filone principale sulla compravendita dei diritti tv Mediaset, che vede fra gli indagati il presidente del Consiglio, il figlio Pier Silvio (vicepresidente Mediaset), il presidente della società Fedele Confalonieri e l’uomo d’affari Frank Agrama. "Estendere l’incolpazione a Piersilvio Berlusconi – contrattacca il legale del premier, Niccolò Ghedini – colpevole evidentemente di essere figlio di Silvio Berlusconi, è del tutto sconnesso da qualsiasi logica e da qualsiasi realtà fattuale essendo già da tempo dimostrata la sua totale estraneità ai fatti contestati". E il premier, che non ha commentato ufficialmente le ipotesi accusatorie, ieri agli ospiti ricevuti a Palazzo Grazioli, secondo alcune agenzie di stampa, avrebbe affermato che "questa è la prova della persecuzione" contro di lui, annunciando un possibile "intervento forte" per "dire ciò che penso veramente". Secondo la procura, Silvio Berlusconi è stato il socio occulto dell’uomo d’affari Frank Agrama, usato come "testa di legno" allo scopo di sottrarre denaro a Fininvest e a Mediaset per nasconderlo in paradisi fiscali, occultandolo agli azionisti, al fisco italiano e a quello statunitense. Il pm De Pasquale sostiene infatti che Agrama acquistasse i diritti dalle case cinematografiche americane, e poi li rivendesse a Fininvest e poi a Mediaset a prezzi volutamente gonfiati, incassando la plusvalenza su conti esteri nella disponibilità degli stessi manager Mediaset. "Un’accusa vecchia e masticata", così l’aveva liquidata l’avvocato Piero Longo, uno dei legali del presidente del Consiglio. Di "assurdità" parla l’azienda di casa Berlsuconi. "I diritti cinematografi oggetto dell’inchiesta – si legge in una nota di Mediaset – sono stati acquistati a prezzi di mercato", precisando che tutto si è svolto "nella più rigorosa osservanza dei criteri di trasparenza e delle norme di legge". La documentazione a disposizione dell’azienda e dei magistrati "dimostrerà la totale estraneità di Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi". Le ipotesi di reato, a vario titolo, vanno dalla frode fiscale all’appropriazione indebita. Gli episodi contestati arrivano sino all’anno 2009. Sottinteso che secondo gli investigatori il Cavaliere avrebbe continuato a commettere reati anche durante il mandato da premier. Con la chiusura delle indagini il pm si riserva di decidere se chiedere al giudice delle indagini preliminari l’archiviazione del caso o il rinvio a giudizio degli indagati. E questa ultima sembra essere l’opzione verso la quale si rivolgerà l’accusa. In caso di rinvio a giudizio i tempi di prescrizione non dovrebbero mettere a repentaglio un eventuale processo di primo grado. Se venisse approvata anche alla Camera, nella attuale composizione, la nuova legge sul processo breve, il conto alla rovescia dei tre anni per una sentenza di primo grado partirebbe dal momento della presentazione della richiesta di rinvio a giudizio. Oltre a Silvio e Pier Silvio Berlusconi, ad essere indagati nell’ultimo capitolo di indagine sui diritti tv figurano Fedele Confalonieri, Giorgio Del Negro, il banchiere Paolo Del Bue, il produttore Giovanni Stabilini, Daniele Lorenzano, Roberto Pace, Gabriella Balladio e due cittadini cinesi con residenza Hong Kong. Oltre ai reati di appropriazione indebita e frode fiscale il pm ha contestato, a vario titolo, anche l’accusa di riciclaggio. Secondo il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi, la decisione dei giudici milanesi rischia di far morire "il senso della giustizia e scomparire definitivamente la fiducia dei cittadini nella magistratura". Nello Scavo
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CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2010-01-23 Il capo del governo accusato di "appropriazione indebita". Ghedini: "Accuse incredibili" Caso Mediatrade, chiuse le indagini Tra gli indagati anche il premier Berlusconi e suo figlio Piersillvio. L'inchiesta è sulla compravendita di diritti tv C'è anche Piersilvio Berlusconi tra gli indagati dell'inchiesta Mediatrade, chiusa oggi a Milano (Ansa) C'è anche Piersilvio Berlusconi tra gli indagati dell'inchiesta Mediatrade, chiusa oggi a Milano (Ansa) MILANO - La Procura di Milano ha chiuso l'inchiesta Mediatrade-Rti, nata da uno stralcio di quella principale su Mediaset, nella quale, tra gli indagati figurano Silvio Berlusconi, il figlio Pier Silvio, Fedele Confalonieri, il produttore americano Frank Agrama e a altre otto persone per presunte irregolarità sulla compravendita dei diritti tv per creare fondi neri. Il pm Fabio De Pasquale, tramite la Guardia di Finanza, ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini. APPROPRIAZIONE INDEBITA - La Guardia di Finanza ha notificato l'avviso di conclusione indagini firmato dai pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro a 12 persone, tra cui, questa la novità, il figlio del premier in qualità di presidente di Rti e vice presidente di Mediaset: nei suoi confronti, come a Confalonieri, è contestata solo la frode fiscale. Accuse che i due respingono con una nota diffusa in serata da Mediaset in cui si sostiene che "la documentazione dimostrerà la totale estraneità". Al centro dell'indagine ci sono gli oltre 34 milioni di euro contestati dalla Procura come appropriazione indebita aggravata, e riferiti a fatti non coperti da prescrizione, a Silvio Berlusconi, Farouk Agrama e i manager Daniele Lorenzano, Roberto Pace e Gabriella Ballabio. L'appropriazione indebita, che ha "l'aggravante del danno di rilevante entità", secondo l'accusa, è stata consumata tra Milano e Dublino dal 30 luglio 2002 fino al 30 novembre 2005. Come si legge nelle nove pagine dell'atto, i cinque operavano "all'interno di un sistema di frode utilizzato dalla fine degli Anni Ottanta, in forza del quale i diritti di trasmissione forniti dalla Paramount, in misura minore da altri produttori internazionali, invece che direttamente dai fornitori venivano acquistati da Mediaset a prezzi gonfiati per il tramite di società di comodo riconducibili a Farouk Agrama". E, quindi, "si appropriavano di una parte rilevante (nel periodo 2000-2005 complessivamente 100 milioni di dollari Usa) delle somme trasferite a Mediatrade e dal 2003 da Rti alle società Olympus Trading (riconducibile ad Agrama ndr) a titolo di pagamento di diritti televisivi". Quanto alla frode fiscale, contestata fino al 30 settembre 2009, al premier, al figlio Pier Silvio, a Fedele Confalonieri, ad Agrama, Lorenzano, Pace, Ballabio e Giorgio Dal Negro (definito socio occulto di Lorenzano) sarebbe di circa 8 milioni di euro evasi. "MIO FIGLIO UNA PERSONA PERBENE" - La chiusura delle indagini ha provocato l'indignazione di Berlusconi. Non solo per le accuse mosse nei suoi confronti e nei confronti di Fedele Confalonieri, ma soprattutto perché - ha osservato - "è stato tirato in ballo mio figlio". "Pier Silvio è una persona perbene che si occupa solo di gestire al meglio le aziende" ha detto il premier. "Se la prendono - avrebbe osservato anche il Cavaliere a chi gli ha fatto visita in via del Plebiscito - anche con la mia famiglia. Ogni volta, prima delle elezioni mi fanno questo regalo...". "ACCUSE INCREDIBILI" - Duro il commento dell'avvocato del premier Niccolò Ghedini: "La Procura di Milano ancora una volta continua nella pervicace volontà di sottoporre a processo Silvio Berlusconi - ha detto il legale - . Le contestazioni mosse hanno dell'incredibile sia per il contenuto delle stesse sia per gli anni a cui si riferiscono, periodo in cui Silvio Berlusconi non aveva la benché minima possibilità di incidere sull'azienda". "Estendere l'incolpazione a Pier Silvio Berlusconi, colpevole evidentemente di essere figlio di Silvio Berlusconi - ha voluto sottolineare l'avvocato - è poi del tutto sconnesso da qualsiasi logica e da qualsiasi realtà fattuale essendo già da tempo dimostrata in atti, con documenti e testimonianze, la sua totale estraneità ai fatti contestati. L'ennesimo procedimento, che non potrà che risolversi in una declaratoria di insussistenza dei fatti, alla vigilia di una delicata competizione elettorale e proprio quando si stanno discutendo le riforme della giustizia non può non destare una straordinaria indignazione". "MUORE LA GIUSTIZIA" - "Dopo la chiusura dell'inchiesta sui diritti tv, c'è qualcuno che può ancora credere che alcuni pubblici ministeri siano interessati a celebrare la giustizia, applicare le leggi e ricercare la verità?" ha rincarato la dose Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl. "Di questo passo - ha aggiunto - , muore il senso della giustizia e scompare definitivamente la fiducia dei cittadini nella magistratura. L'unica speranza è che maturi, anche da parte della sinistra, la consapevolezza della necessità e urgenza di una riforma che restituisca imparzialità, dignità e fiducia all'amministrazione della giustizia nel nostro Paese". MEDIASET - In serata è arrivata anche il commento di Mediaset: "I diritti cinematografi oggetto dell'inchiesta sono stati acquistati a prezzi di mercato e tutti i bilanci e le dichiarazioni fiscali della società sono stati redatti nella più rigorosa osservanza dei criteri di trasparenza e delle norme di legge. La documentazione dimostrerà la totale estraneità di Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi alle accuse ipotizzate di frode fiscale. Non si può infine evitare di sottolineare l'assurdità delle contestazioni: un procedimento in cui Mediaset è semmai parte lesa si ritorce infatti contro la società stessa e i suoi massimi dirigenti". Redazione Online 22 gennaio 2010(ultima modifica: 23 gennaio 2010)
SOTTO ACCUSA IL PREMIER, IL FIGLIO E CONFALONIERI L'indagine sui diritti tv e quei dubbi sui tempi Chiudere l’indagine Mediaset-2 non distante dalle elezioni regionali fornisce un argomento polemico a Berlusconi Silvio Berlusconi (Fotogramma) Silvio Berlusconi (Fotogramma) Due nuove contestazioni al premier all’indomani della forzatura sul "processo breve" che cancellerebbe il dibattimento Mediaset-1. Qualche dubbio sui tempi e un appiglio polemico per Berlusconi. È dal 2005 che i pm tengono in sequestro 100 milioni di euro del produttore tv Agrama, "socio occulto di Berlusconi". Ed è dal 2007 che nel fascicolo è indagato anche il premier. È vero che Hong Kong e Usa (sia con Bush sia con Obama) non hanno collaborato sulle rogatorie, che scannerizzare 45 mila pagine in un dvd alle difese è un’impresa, che da mesi il pm è senza segretari, che già solo da luglio scorso a oggi la clessidra della prescrizione ha consumato imputazioni per 40 milioni di euro. Ma è anche vero che chiudere l’indagine Mediaset-2 non distante dalle elezioni regionali, e all’indomani della forzatura di Berlusconi sulla legge "processo breve" che cancellerebbe il processo Mediaset-1, fornisce un argomento polemico a Berlusconi proprio quando peraltro i pm sperimentano due nuove e impegnative contestazioni. L’indagine conclusa prospetta che nella compravendita di diritti tv del Biscione, già al centro di un processo per anni precedenti, Berlusconi abbia partecipato all’appropriazione indebita di una quarantina di milioni di Mediaset anche dal 2002 al 2005, e quindi anche dalla plancia di Palazzo Chigi (2001-2006): tesi per la quale i pm dovranno provare in giudizio che, anche mentre faceva il premier, fosse comunque "titolare di poteri di fatto sulla gestione di Mediaset". Il tipo di frode fiscale è poi giuridicamente inedita, essendo ravvisata nelle "dichiarazioni fiscali consolidate", che dal 2004 i grandi gruppi possono fare compensando utili e perdite risultanti dalle dichiarazioni dei redditi delle singole loro società. Ma siccome nelle dichiarazioni di gruppo non esistono più per definizione fatture che si possano dire vere o fittizie, la Procura contesta l’evasione al fisco di 8 milioni in 4 anni non in forza dell’abituale art. 2 della legge 74 ("uso di fatture per operazioni inesistenti"), ma dell’art. 3 su "altri artifici". E i vizi fiscali degli anni dei contratti, per i pm, si riverbererebbero (per via dell’ammortamento) anche sulle dichiarazioni fino al 30 settembre 2009. Tra elezioni, rogatorie, leggi ad personam e statuette in faccia al premier, non è mai il momento "giusto" per niente. Ma forse, e tanto più con letture giuridiche così impegnative, si potrebbero trovare momenti più opportuni di altri. Luigi Ferrarella 23 gennaio 2010 |
REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it2010-01-23 Milano, il pm De Pasquale chiude l'indagine sulla compravendita dei diritti tv Per il figlio del premier il reato ipotizzato è quello di frode fiscale Inchiesta Mediatrade-Rti Piersilvio indagato col padre Ghedini: "Pervicace volontà di processare il presidente del Consiglio alla vigilia delle elezioni" Inchiesta Mediatrade-Rti Piersilvio indagato col padre Piersilvio Berlusconi MILANO - C'è anche Piersilvio Berlusconi tra gli indagati nell'inchiesta Mediatrade-Rti sulla compravendita dei diritti televisivi, per la quale oggi il pm di Milano Fabio De Pasquale ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini. Il figlio del premier - sotto inchiesta insieme al padre - è stato consigliere di amministrazione e vice presidente della società finita nel mirino dei pm. Il reato contestato a Silvio Berlusconi è quello di appropriazione indebita, come già all'inizio dell'inchiesta; mentre per Piersilvio è ipotizzata la frode fiscale. Le persone indagate nel filone di inchiesta Mediatrade sono in tutto 12, tra cui anche Fedele Confalonieri, il banchiere Paolo Del Bue, il produttore Frank Agrama, tre dirigenti di Mediaset e due cittadini di Hong Kong. La chiusura delle indagini prelude alla richiesta di rinvio a giudizio e a un nuovo processo. L'inchiesta è nata da uno stralcio da quella principale avvenuto nel 2007, anno in cui Berlusconi venne indagato per concorso in appropriazione indebita in concorso con altri. In precedenza, nel corso dell'indagine Mediaset, nell'ottobre 2005, la Guardia di finanza aveva perquisito gli uffici di Rti, società controllata da Mediaset e che ha incorporato Mediatrade, la controllata chel gruppo che dal '99 aveva sostituito la maltese Ims nell'acquisto dei diritti tv. Sempre nell'ottobre di quell'anno, in Svizzera, vennero sequestrati sui conti di una società con sede a Hong Kong di Agrama, ritenuto dagli inquirenti "socio occulto" del premier, una somma in franchi svizzeri equivalente a circa 100 milioni di euro. L'indagine avrebbe portato alla luce, secondo il magistrato, le modalità con le quali le società televisive del gruppo Berlusconi avrebbero comprato i diritti per trasmettere i film dalle major americane. Invece che contrattare direttamente i diritti ottenendo un prezzo più vantaggioso, le società del premier, è ancora l'ipotesi accusatoria, li avrebbero acquistati a un costo maggiore dalla Wiltshire di Frank Agrama, il presunto socio d'affari di Berlusconi, che, a sua volta, li aveva acquisiti dalle case di produzione americane. La differenza tra quanto pagato dalla Wiltshire e l'esborso del gruppo Fininvest/Mediaset sarebbe, secondo l'accusa, su alcuni conti in paradisi fiscali: circa 34 milioni di dollari. "La Procura di Milano - ha commentato questa sera l'avvocato Ghedini - ancora una volta continua nella pervicace volontà di sottoporre a processo Silvio Berlusconi. Ed estendere l'incolpazione a Pierslivio Berlusconi, colpevole evidentemente di essere figlio di Silvio Berlusconi, è poi del tutto sconnesso da qualsiasi logica e da qualsiasi realtà fattuale. E' l'ennesimo procedimento, che non potrà che risolversi in una declaratoria di insussistenza dei fatti, alla vigilia di una delicata competizione elettorale". (22 gennaio 2010) Tutti gli articoli di Politica
IL DOCUMENTO/ Nell'avviso di conclusione delle indagini preliminari il "sistema di frode" dietro le operazioni finanziarie di Mediaset "Format comprati in Usa a prezzi gonfiati per creare fondi neri per il Cavaliere" di EMILIO RANDACIO "Format comprati in Usa a prezzi gonfiati per creare fondi neri per il Cavaliere" Alcune pagine dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari redatto dalla Procura di Milano MILANO - Una società quotata in borsa, con migliaia di azionisti e sottoposta alle rigide norme del mercato, utilizzata come il salvadanaio di casa. Il direttore generale di Mediaset, Giovanni Stabilini, che anziché vigilare sui conti aziendali, "disperde e occulta il denaro ricevuto, provento del delitto di appropriazione indebita ai danni di Mediaset spa", gestisce i liquidi attraverso triangolazioni "sul conto corrente di cui era titolare (Soriso presso Banca Syz & Co di Ginevra)", e successivamente tenta di farli sparire versandoli sul conto "Pallas", sempre a Ginevra, foraggiandolo anche attraverso "versamenti in contanti". Il destinatario finale? Silvio Berlusconi. Un "sistema di frode", quello che sono convinti di aver scoperto i magistrati De Pasquale e Spadaro analizzando le operazioni finanziarie di Mediaset, addirittura "utilizzato dalla fine degli anni '80". Meccanismo piuttosto semplice, nella sintesi, mascherato da complessi bonifici girati tra istituti di credito di mezzo mondo. Fininvest prima, Mediaset poi, acquistavano a "prezzi gonfiati" i diritti di programmi televisivi prodotti dalla major americana Paramount. Telefilm e serial famosissimi poi trasmessi sui canali del Biscione, arrivavano in Italia a prezzi che l'accusa, oggi svela, essere stati fuori mercato. A giustificare tutto, ecco che in scena entra il mediatore di origini egiziane, Frank Agrama. Amico personale di vecchia data di Berlusconi, titolare di società in mezzo mondo, di fiduciarie ad Hong Kong, di conti bancari in Svizzera, Agrama è dal 1976 che è in affari con il Cavaliere, e sulla sua scrivania negli uffici di Los Angeles, a testimoniarlo campeggia una foto che li ritrae sorridenti insieme. I due si conoscono dai tempi di Telemilano, la prima avventura nell'etere dell'attuale presidente del Consiglio. Che gli affari con Agrama non fossero propriamente convenienti per Mediaset, prima dei magistrati, lo avevano già sostenuto alcuni manager chiamati alla fine degli anni '90 a riequilibrare i conti del gruppo. Erano stati loro i primi che avevano provato a stoppare le mediazioni di Agrama, considerandole decisamente "salate". Ma direttamente dai vertici aziendali, erano arrivati ordini precisi e tassativi: il ruolo di Agrama, non si tocca. È un "amico del Dottore", si sente rispondere un giorno del 2001 il manager Roberto Pace dall'allora presidente Fininvest. Quando di Dottore, in "ditta", ce ne è uno solo: ovvero il fondatore dell'azienda. Il cambio di rotta ha prodotto i suoi frutti anche a questi manager, fino ad allora meticolosi. Secondo l'accusa, gli ex responsabili della direzione acquisti di RTI spa, Gabriela Ballabio, di Mediatrade, ovvero lo stesso Pace, e di Fininvest prima e Mediaset dopo, Daniele Lorenzano, avrebbero ottenuto il loro tornaconto. Una parte della "torta" sarebbe spettata anche a loro, su conti svizzeri, lontani dal fisco italiano. E ora, tutti e tre, rischiano un processo per appropriazione indebita. La differenza con il reale prezzo dei format televisivi ("il 45%", sostengono oggi i magistrati), finiva su conti "di società di comodo dello stesso Agrama". Qui, per capire esattamente i destinatari, il percorso a ritroso si è decisamente complicato per gli inquirenti. Solo grazie a faticose rogatorie (le autorità Usa hanno misteriosamente stoppato un imponente sequestro effettuato direttamente dall'Fbi negli uffici di Agrama), la procura si è convinta di aver ricostruito gli "utilizzatori finali" di questi soldi. Il denaro "successivamente veniva depositato presso l'Ubs di Lugano nella disponibilità di fiduciari". Lo schema fin qui descritto, era già emerso dai pochi atti resi necessariamente pubblici dalle attività di indagini svolte in questi tre anni dalla procura di Milano. Il passaggio successivo, frutto degli esiti delle rogatore e di indagini blindate, fino a ieri invece si poteva solo intuire. Ora, si scoprono i ruoli centrali proprio di Stabilini, ma anche del banchiere italo-svizzero Paolo Del Bue. Entrambi indagati per riciclaggio, sarebbero stati loro a permettere al Cavaliere di riottenere su altri conti, il denaro delle sovrafatturazioni dei diritti cinematografici, per creare fondi neri. Del Bue, in particolare, scorrendo l'atto di accusa, avrebbe assecondato la spartizione del denaro sottratto a Mediaset, "ricevendo tramite la Bankers Trust di New York e occultando su conti di Banca Arner Sa, fondi per un ammontare di un milione di dollari". I soldi, nella schema finale tracciato dai magistrati, uscivano dalle casse Mediaset, raggiungevano i conti di Agrama, poi, stornati dell'effettivo valore, in parte restavano nelle mani del mediatore egiziano, e in parte rientravano nella disponibilità del fondatore di Mediaset, assecondato dai suoi stessi manager. Ma il denaro, anche in questa circostanza, sfuggiva agli azionisti e soprattutto al fisco. Questo meccanismo, spinge la procura di Milano a sostenere nelle sue conclusioni come Frank Agrama sia, in realtà, nientemeno che il "socio occulto di Silvio Berlusconi". © Riproduzione riservata (23 gennaio 2010)
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2010-01-23 Mediatrade, indagati Silvio Berlusconi e il figlio Piersilvio La Procura di Milano ha chiuso le indagini preliminari sull'inchiesta Mediatrade e contesta a Silvio Berlusconi e ad altri indagati (Frank Agrama, Daniele Lorenzano, Roberto Pace e Gabriella Ballabio) un'appropriazione indebita di quasi 35 milioni di euro, mentre al presidente del Consiglio, a due cittadini cinesi, a Piersilvio Berlusconi, Fedele Confalonieri, Frank Agrama, Daniele Lorenzano, Roberto Pace, Gabriella Ballabio, Giorgio Del Negro, viene attribuita una frode fiscale per circa otto milioni di euro. L'avviso di conclusione delle indagini è previsto dall'articolo 415 bis del codice di procedura penale e, solitamente, prelude alla richiesta di rinvio a giudizio, con la quale viene esercitata l'azione penale. Il pm, infatti, non deve informare l'indagato se decide di chiedere l'archiviazione delle indagini preliminari. L'avviso di conclusione delle indagini ha funzione di garanzia per l'indagato e contiene la sommaria enunciazione del fatto e le norme violate. La garanzia principale data all'indagato è che egli viene avvertito che può prendere visione ed estrarre copia del fascicolo delle indagini: è il momento della "discovery", cade la segretezza e l'indagato viene a conoscenza non solo del fatto contestato, ma anche degli atti sui quali si regge l'accusa. Entro 20 giorni dal ricevimento dell'avviso di conclusione delle indagini - che viene notificato anche al difensore - l'indagato può presentare richieste o memorie, chiedere al pm il compimento di ulteriori indagini o chiedere di essere sottoposto ad interrogatorio. Queste attività, salvo l'ultima, non pongono un obbligo per i pm; l'unico obbligo è l'interrogatorio, che deve essere compiuto perché è un momento di esercizio del diritto di difesa. Dopo la notifica dell'avviso di conclusione delle indagini, degli esiti degli accertamenti eventualmente disposti su richiesta della difesa e del contenuto dell'interrogatorio (se richiesto dall'indagato), il pm valuta se esercitare l'azione penale con la richiesta di rinvio a giudizio dell'indagato (che solo allora diventa imputato) o richiedere al gip l'archiviazione delle indagini preliminari. "Le contestazioni mosse hanno dell'incredibile sia per il contenuto delle stesse sia per gli anni a cui si riferiscono, periodo in cui Silvio Berlusconi non aveva la benché minima possibilità di incidere sull'azienda", ha detto Niccolò Ghedini. 22 gennaio 2010 |
il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2010-01-23 Mediatrade-Rti: Berlusconi e Pier Silvio tra gli indagati 22 gennaio 2010 Silvio Berlusconi "Dai nostri archivi" Mediaset-Telecom, Confalonieri: "La politica non lo lascia fare" Pier Silvio e la politica: "Mio padre? Non molla" Un altro nipotino in arrivo per Berlusconi: è il figlio di Piersilvio Pier Silvio Berlusconi: "La key di Sky è anticoncorrenziale" I giudici di Milano: "Mills agìper l'impunità di Berlusconi" C'è anche Pier Silvio Berlusconi, il figlio del premier, tra gli indagati nell'inchiesta Mediatrade-Rti per la quale il pm di Milano Fabio De Pasquale ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini. Pier Silvio Berlusconi, è stato consigliere di amministrazione e vice presidente di Mediatrade. Le persone indagate in questo filone di inchiesta sono in tutto 12, tra cui anche Fedele Confalonieri, il banchiere Paolo Del Bue, il produttore Frank Agrama, tre dirigenti di Mediaset e due cittadini di Hong Kong. I reati contestati, a vario titolo, sono: concorso in appropriazione indebita, frode fiscale e riciclaggio. Nei confronti del premier Silvio Berlusconi è stato ipotizzato il reato di appropriazione indebita, come all'inizio dell'indagine, mentre per il figlio Pier Silvio e Confalonieri quello di frode fiscale. In una nota diffusa in serata Mediaset ribadisce che "i diritti cinematografici oggetto dell'inchiesta sono stati acquistati a prezzi di mercato e che tutti i bilanci e le dichiarazioni fiscali della società sono stati redatti nella più rigorosa osservanza dei criteri di trasparenza e delle norme di legge". "La documentazione - è scritto nella nota - dimostrerà la totale estraneità di Fedele Confalonieri e Pier Silvio Berlusconi alle accuse ipotizzate di frode fiscale. Non si può infine evitare di sottolineare l'assurdità delle contestazioni: un procedimento in cui Mediaset è semmai parte lesa si ritorce infatti contro la società stessa e i suoi massimi dirigenti". Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e avvocato del premier contesta la notifica dell'avviso di chiusura delle indagini sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi da parte di Mediatrade. "La Procura di Milano - scrive in una nota - ancora una volta continua nella pervicace volontà di sottoporre a processo Silvio Berlusconi. Le contestazioni mosse hanno dell'incredibile sia per il contenuto delle stesse sia per gli anni a cui si riferiscono, periodo in cui Silvio Berlusconi non aveva la benchè minima possibilità di incidere sull'azienda". "Estendere l'incolpazione a Piersilivio Berlusconi, colpevole evidentemente di essere figlio di Silvio Berlusconi, - prosegue Ghedini - è poi del tutto sconnesso da qualsiasi logica e da qualsiasi realtà fattuale essendo già da tempo dimostrata in atti, con documenti e testimonianze, la sua totale estraneità ai fatti contestati. L'ennesimo procedimento - conclude Ghedini - che non potrà che risolversi in una declaratoria di insussistenza dei fatti, alla vigilia di una delicata competizione elettorale e proprio quando si stanno discutendo le riforme della giustizia non può non destare una straordinaria indignazione".
La vicenda: È di circa 34 milioni di dollari l'appropriazione indebita contestata a Silvio Berlusconi in concorso con il produttore Frank Agrama, con Daniele Lorenzano (ex capo acquisti diritti di trasmissione per il gruppo Fininvest e per Mediaset), Roberto Pace e Gabriella Ballabio, ex manager di Mediatrade, nell'inchiesta Mediatrade-Rti di cui oggi si sono chiuse le indagini. La somma contestata si riferisce a fatti "allo stato non coperti da prescrizione". L'appropriazione indebita, che ha "l'aggravante del danno di rilevante entità ", secondo l'accusa, è stata consumata tra Milano e Dublino dal 30 luglio 2002 fino al 30 novembre 2005. Quanto alla frode fiscale, contestata fino al 30 settembre 2009, al premier, al figlio Pier Silvio, a Fedele Confalonieri, ad Agrama, Lorenzano, Pace, Ballabio e Giorgio Dal Negro (definito socio occulto di Lorenzano) sarebbe di circa 8 milioni di euro evasi. L' accusa nei confronti di Pier Silvio Berlusconi, come si legge nell'avviso di conclusione delle indagini, si riferisce ai suoi incarichi di presidente di Rti e vice presidente di Mediaset. 22 gennaio 2010
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